Tradurre per l’infanzia: le sfide e le complessità della traduzione per i più piccoli

Dalla scelta del lessico alla relazione con le immagini nel tradurre per l’infanzia: come operare una traduzione specialistica per i lettori più piccoli.

 

Favole, racconti, fiabe e albi illustrati: tradurre per l’infanzia può sembrare una lavorazione più semplice o meno faticosa. Ma in realtà rappresenta una sfida per il traduttore.

Ci sono diverse variabili di cui tenere conto per realizzare un prodotto finito che non sottovaluti mai il proprio target di piccoli lettori.

 

ESPLORARE LA TRADUZIONE PER L’INFANZIA

Il laboratorio pratico è stato realizzato dalla professoressa Francesca Gentilini. È docente Ciels Campus per i corsi di studio Triennali con gli insegnamenti in Traduzione di passiva francese 2-3, Interpretazione dialogica francese 1-2, Mediazione linguistica di strumenti informatici e tecnologie per la traduzione professionale.

La docente ha voluto proprio mettere l’attenzione su questa particolare tipologia di materiale a suo modo specialistico per comprendere necessità e accortezze della traduzione per l’infanzia.

 

ADATTAMENTO, LESSICO, PERSONAGGI

Grazie al laboratorio, le studentesse si sono concentrate sulle principali sfide che entrano in gioco quando si lavorano testi per i lettori più piccoli.

Per quanto riguarda l’adattamento culturale, bisogna tenere conto appunto dell’età di questi giovanissimi lettori. Ci possono essere riferimenti culturali di un testo originale che risultano estranei al paese di destinazione del testo. Scegliere quindi di generalizzare o riscrivere determinati elementi può essere utile per evitare fraintendimenti e permettere un riconoscimento immediato di ciò che si sta leggendo. Inoltre, non si perdere l’emotività e la connessione con il lettore.

È stato per esempio il caso di del gioco francese ‘belote’ . Se assimilabile a una briscola o a una scala quaranta, è stato semplificato nell’iperonimo “gioco di carte”, decisamente più individuabile da bambini e bambine.

 

Anche lessico e tono devono ovviamente essere adeguati all’età di bambine e bambine destinatari del testo.

La naturalezza e la semplicità con la quale i testi sono pensati deve rimanere nella traduzione, senza dimenticare ritmo e musicalità.

Si è quindi posta attenzione a esclamazioni e onomatopee: la versione francese di ‘Oh là là’, si è trasposta in un ‘Mamma mia’ di semplice espressione e anche pronuncia per bimbi che magari ancora ascoltano le fiabe dai genitori.

 

Un altro punto di riflessione interessante è anche la traduzione di dialoghi e nomi propri.

Le interazioni tra personaggi ricercano ancora una volta semplicità e fluidità che permettano ai bambini di immedesimarsi facilmente, comprendendo subito le conversazioni che avvengono nelle storie narrate.

Inoltre, i nomi dei personaggi vengono tradotti con riferimenti ai nomi più comuni e familiari per loro. Un Archibald, al netto di necessità insite alla storia, per dei bambini italiani ha molto meno vicinanza di un Riccardo o di una Gaia.

 

NON SOLO TESTO, MA ANCHE IMPAGINAZIONE

Da non dimenticare per questa particolare tipologia di libri, è anche l’impaginazione.

Immagini e testi in alcuni formati sono strettamente collegati. In alcuni, il libro stesso prende vita con pagine popup che chiedono magari un testo più breve per necessità di spazi o che rispetti determinate forme, ma anche i colori possono incidere e interagire con le emozioni che si vogliono trasmettere.

Quindi anche l’aspetto grafico diventa elemento di nota e può notevolmente incidere sul risultato finale del lavoro tradotto.

 

SAPER COGLIERE LE SFUMATURE

Esercitarsi infine sulla traduzione effettiva di alcuni libri ha poi permesso alle studentesse di confrontarsi concretamente con questa tipologia di contenuto diversa rispetto ad altri testi specialistici.

Attraverso l’analisi e compiendo determinate scelte operative, oltre che imparando a cogliere le sfumature giuste per rendere una traduzione di questo tipo, per le studentesse è stata quindi un’occasione preziosa per imparare a muoversi con consapevolezza tra lingue e contesti applicativi particolari, interfacciandosi con un caso tipico del traduttore professionista.