Alumni Ciels – Matteo e la professione di traduttore e interprete

Dalla passione per le lingue, fino all’approfondimento del settore del business e dell’interpretariato: Matteo è ora interprete di professione.
Dall’amore per le lingue, alla professione vera e propria di interprete: Matteo, dopo gli studi linguistici in Ciels, affronta conferenze, congressi e attività come traduttore e interprete.
Seguendo la passione per le lingue straniere iniziata fin dal liceo, Matteo ha proseguito con la Triennale in Business Management per l’Internazionalizzazione d’Impresa per approfondire oltre alle conoscenze linguistiche, anche le competenze nel settore economico.
Inoltre, ha continuato con il percorso Magistrale in Interpretariato di Conferenza Istituzionale, Diplomatica e Congressuale, raffinando l’attività pratica di interpretazione e svolgendo tirocini che l’hanno poi portato all’attività lavorativa.
Come ti chiami e che professione svolgi ora?
Ciao! Sono Matteo Fumagalli e attualmente lavoro come traduttore e interprete freelance.
Cosa hai studiato per arrivare alla tua professione?
Per arrivare a svolgere la mia professione attuale ho seguito un percorso incentrato sulle lingue e sulla traduzione fin da subito, perché sapevo essere la mia passione.
Prima scelsi il liceo linguistico, dove studiai inglese, spagnolo e tedesco. Poi Scienze della Mediazione Linguistica in CIELS a indirizzo Business Management per l’Internazionalizzazione d’impresa, optando per il percorso LTI perché offriva la possibilità di fare pratica con tecniche orali come l’interpretazione dialogica e consecutiva – cosa molto rara da trovare in triennale – e iniziando a studiare la lingua russa da zero. Durante gli anni di liceo maturai l’idea di voler proseguire con le lingue, non tanto sul fronte della letteratura, quanto sul lato della traduzione. Inoltre, avendo svolto dei corsi extracurriculari in ambito economico durante i cinque anni di superiori, ero interessato a scoprire di più di questo mondo.
Perché hai scelto Ciels Campus?
Riscontrai in CIELS esattamente la tipologia di programma che cercavo da un’università: un percorso duplice che allo stesso tempo mi consentisse di apprendere tecniche di traduzione in ambito linguistico e di scoprire corsi di taglio economico.
Cosa hai trovato di inaspettato che ti ha colpito?
Ripensando all’esperienza sia in triennale che in magistrale, devo dire che il valore aggiunto di CIELS sia stato l’ambiente.
Il numero di partecipanti alle lezioni, inferiore se paragonato ad altri contesti, ha sempre dato la possibilità di costruire relazioni vere con le compagne e i compagni di corso. Relazioni che ancora oggi porto avanti, sia nella sfera personale che in quella lavorativa.
Ritrovarsi sul luogo di lavoro con le stesse persone con cui si è iniziato questo percorso è stato emozionante.
Un ambiente simile, inoltre, permette di avere un rapporto più stretto con i professori e le professoresse. In un ambito come questo, essere seguito con attenzione mi ha aiutato a migliorare nei dettagli, che altrimenti sarebbero passati inosservati in aule molto più numerose. Gli stessi professionisti, che sono stati anche insegnanti durante il percorso di studi, li ho poi ritrovati come colleghi una volta entrato nel mondo del lavoro. Mi ha fatto molto piacere svolgere incarichi di lavoro accanto a chi era dall’altra parte della cattedra fino a poco tempo prima – penso che difficilmente questo accada in altri contesti.
Come Ciels ti ha aiutato a svolgere la professione attuale?
Ciò è stato possibile anche grazie ai tirocini svolti, che mi hanno consentito di prendere dimestichezza con la professione del traduttore nell’atto pratico, approfondendo certe dinamiche che non si riscontrano a lezione.
Scegli 3 aggettivi per descrivere la tua esperienza in Ciels e spiega perché.
Se dovessi scegliere tre aggettivi per descrivere questo mio percorso direi:
Relazionale: come anticipato, ritengo che i rapporti che si sono riusciti a costruire in questi anni abbiano giocato un ruolo fondamentale sotto tutti gli aspetti: l’ambiente in aula, le relazioni al di fuori dell’istituto e il rapporto con i professori.
Pratico: non si tratta di percorso in cui le lezioni sono esclusivamente teoriche e frontali, come prevedono altri percorsi di studi. Ogni lezione è un allenamento, un esercizio pratico in cui ci si mette alla prova. Per questo motivo l’esame finale o un incarico di lavoro non sono altro che una ripetizione di ciò che si è già svolto per anni a lezione, semplicemente in un contesto diverso. Avere fatto così tanta pratica mi ha permesso di farmi trovare preparato in qualsiasi occasione.
Mirato: per chi ha la passione per le lingue e vuole anche avere nozioni relative un altro ambito, è il percorso giusto. Non serve sapere ciò che si vuole fare da grandi, durante gli studi verrà naturale capire quale strada prendere davvero. Avere la possibilità di imparare davvero almeno due lingue straniere e di approfondire un determinato settore parallelamente, però, non è affatto scontato.
Perché hai scelto di continuare anche con la Magistrale?
Nell’arco del percorso triennale ebbi la conferma del fatto che la traduzione e l’interpretariato fossero il mio vero interesse. Per questo scelsi di proseguire in CIELS, attraverso il corso magistrale in Comunicazione Strategica nell’indirizzo di Interpretazione di Conferenza Istituzionale, Diplomatica e Congressuale.
Come ti ha aiutato il biennio nel tuo percorso?
Il passaggio è stato naturale, perché rappresentava il proseguo ideale della strada intrapresa tre anni prima. Alcuni corsi, come l’interpretazione in consecutiva, mi erano già noti dalla triennale – un grande vantaggio, perché è molto difficile trovare un insegnamento simile già nei primi tre anni. Altri, come i corsi di simultanea, sono stati una nuova sfida, ma esattamente ciò che sognavo da anni.
Restando nell’ambito del tuo lavoro e dei tuoi studi: che libro consiglieresti ad uno/una studente/ssa Ciels?
Potrà forse sembrare scontato, ma penso che Dire quasi la stessa cosa di Umberto Eco sia una lettura imprescindibile per un percorso come questo, perché fornisce interessanti chiavi di lettura sulla traduzione e l’interpretariato non solo da un punto di vista teorico, ma anche attraverso un’applicazione pratica.