Doppiaggio vs speakeraggio, quali sono le differenze?

Doppiaggio e speakeraggio sono due attività simili ma con le loro caratteristiche definite che gli studenti del corso magistrale imparano a comprendere e attuare.

La nostra voce è uno strumento spesso sottovalutato. Ogni giorno parliamo e comunichiamo senza comprendere quanto esprimiamo o potremmo trasmettere: la giusta intonazione, le pause soppesate o le emozioni enfatizzate possono fare la differenza tra una semplice frase e una comunicazione più di impatto.

DOPPIAGGIO VS SPEAKERAGGIO

Il doppiatore lo sa: rendere un’emozione o un messaggio non vuol dire solo ripetere una claim pubblicitario o una scena, ma passare un sentimento, una vibrazione che arricchisce e completa le parole da pronunciare.

Come si differenzia quindi il doppiaggio dallo speakeraggio?

Gli studenti del corso magistrale in Traduzione audiovisiva, teoria e tecnica del doppiaggio, adattamento testi e sottotitolazione e del master in Tecniche di doppiaggio, adattamento testi e sottotitolazione hanno approfondito il tema in visita allo studio di doppiaggio di Italian Dubbing.

“Il doppiaggio richiede interpretazione, sincronia e attenzione alle emozioni del personaggio. Nello speakeraggio, invece, si usa la voce per comunicare in modo efficace un messaggio, trovando ritmo, tono e intenzione coerenti con il target e il contesto”, spiega la docente dell’attività laboratoriale di Doppiaggio e adattamento testi per il primo e per il secondo anno, Paola Masciadri.

 

TEORIA E PRATICA

Fondamentale in entrambi i casi, l’analisi iniziale.

Nel doppiaggio, si esegue relativamente alla scena, dai personaggi e dal loro carattere, dalle emozioni alle espressioni facciali e ai movimenti, fino al contesto e al periodo storico, per restituire energia ed emotività anche nella lingua di arrivo.

Nello speakeraggio invece si parte dal brief del committente, comprendendo le intenzioni e l’obiettivo richiesto, allenando la voce per comunicare in modo efficace un messaggio, provando diverse tonalità e rese vocali, con attenzione al target destinatario.

E dopo la teoria, è fondamentale la pratica.

Al leggio studenti e studentesse hanno sperimentato entrambe le situazioni: prima esercitandosi sullo speakeraggio emozionale di un testo dedicato alle meraviglie italiane e su un’audioguida museale, poi mettendosi al leggio per doppiare due scene, una dal film “Barbie” e una dall’anime “La casa tra le onde”.

 

L’esperienza al leggio ha mostrato quanto l’uso della voce sia di interpretazione, ma anche di consapevolezza nella tecnica e nell’analisi preparatoria.

Doppiaggio e speakeraggio richiedono competenze diverse ma complementari: uno valorizza l’interpretazione dei personaggi, l’altro ottimizza la comunicazione di un messaggio. In entrambi i casi, la voce diventa un vero ponte tra chi parla e chi ascolta, capace di emozionare, coinvolgere e comunicare con efficacia.