Il Mostro di Firenze: un caso ancora aperto

Docente Marco Monzani a lezione in CIELS

I delitti del Mostro di Firenze hanno scosso per quasi un ventennio le cronache italiane e non solo, in uno dei casi giudiziari più eclatanti e ancora irrisolti.

Poche vicende di cronaca nera italiana hanno segnato così profondamente l’immaginario collettivo nazionale ma non solo, come quella del Mostro di Firenze.

 

IL CASO

Tra il 1968 e il 1985, le tranquille campagne toscane furono teatro di una serie di otto duplici omicidi che sconvolsero profondamente l’opinione pubblica italiana e internazionale.

Il modus operandi era lo stesso. Le giovani coppie colte in intimità furono uccise tutte dalla stessa arma, una beretta calibro 22, e le donne subivano ulteriori mutilazioni e sevizie.

Le indagini, protrattesi per decenni, coinvolgendo decine di sospettati e portando a processi, condanne e assoluzioni. Portarono all’arresto e alla condanna di Pietro Pacciani, poi prosciolto in appello, e successivamente dei cosiddetti “compagni di merende”.

Tuttavia, le piste investigative, gli errori procedurali e le ipotesi di un coinvolgimento più ampio hanno reso il caso un vero e proprio labirinto giudiziario e mediatico.

 

IL MOSTRO

La vicenda criminale del Mostro di Firenze resta una delle più enigmatiche e controverse della storia giudiziaria italiana, come racconta il professor Marco Monzani, docente Ciels Campus di Criminologia e Vittimologia.

Oltre alla dimensione criminale, il “Mostro di Firenze” rappresenta un tema di grande interesse criminologico e sociologico: analizzare come la paura collettiva, la costruzione mediatica e la gestione giudiziaria si intreccino è fondamentale per comprendere non solo il delitto, ma anche la società che lo racconta.

Partendo da questi casi reali, in aula si affrontano e si affinano gli strumenti per interpretare correttamente ogni fenomeno criminologico, analizzandolo e comprendendolo nella sua complessità.

 

UNA NUOVA VISIONE

Chi era il Mostro? Quanto vicino a noi poteva essere?

Partendo da una delle prime piste seguite, il regista Stefano Sollima ha costruito la nuova serie Netflix, in uscita oggi, per provare a capire chi potesse essere davvero “Il mostro”. Dal primissimo caso, collegato poi alla medesima mano, si riaccendono nuove domande e si analizzano diverse prospettive che da quarant’anni restano senza risposta.